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Camminate urbane: un appuntamento con la salute

Il nostro candidato Maurizio Zamponi ci presenta oggi il progetto sulle ? CAMMINATE URBANE
?‍♂️.”E’ come avere un APPUNTAMENTO con la SALUTE”, replica la Dott.ssa Barbara Rossi, Psicologia Sportiva – Barbara Rossi. Stiamo lavorando sodo insieme all’amica Paola Calamita e al candidato sindaco di coalizione Narciso Ricotta Sindaco alla realizzazione di progetti che prevedano attività fisica all’aria aperta e nella natura, consapevoli degli immensi benefici che questa porta alla salute psico-fisica dell’intera comunità. Sempre in direzione di quella che chiamiamo CULTURA DEL MOVIMENTO, presentiamo oggi un progetto sulle CAMMINATE URBANE.IL PROGETTO

?Il progetto trova fondamento negli studi che hanno dimostrato come il “semplice” camminare sia fondamentale per migliorare la qualità della vita di persone afflitte da diversi tipi di disturbi sempre più diffusi nelle popolazioni occidentali quali ad esempio depressione, ansia, obesità e ipertensione e diabete. Una moderata purché costante attività fisica infatti genera infatti chiari effetti positivi sulla salute fisica (camminare significa infatti proteggere il cuore tonificare i muscoli di gambe, glutei e addominali) e giova notevolmente anche alla psiche delle persone (sempre che questa suddivisione tra fisico e psiche sia ancora sensata), alleviando ad esempio i sintomi della depressione e dell’ansia e migliorando la socializzazione e la sfera emotiva. Incontrare gente, dialogare con qualcuno, condividere una passeggiata scambiandosi pensieri ed esperienze ha innegabili effetti positivi anche sul morale. Si tratta di una vera e propria medicina naturale per combattere questi mali non attraverso i farmaci, bensì attraverso una modifica dello stile di vita. Sono sempre più numerosi gli studi che confermano quanto detto: l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e la Società Internazionale dell’Ipertensione Arteriosa hanno inserito già nel 1989 l’attività fisica come parte del programma di prevenzione non farmacologico dell’ipertensione. I risultati furono positivi e per questo tale raccomandazione è ancora valida. Recentemente studiosi delle Università di Edimburgo e di Stirling (Scozia) hanno dimostrato invece che chi cammina con regolarità già dopo poche settimane può beneficiare di una rilevante riduzione dei sintomi depressivi – circa il 16% – rispetto a chi conduce stili di vita sedentari.L’OPINIONE DELL’ESPERTO

?‍⚕️Sull’importanza delle camminate urbane nella cura di tali disturbi abbiamo interpellato la Dott.ssa Barbara Rossi, psicologa dello sport, alla quale abbiamo chiesto un parere, da esperta, a tal proposito: “Proporre delle camminate quotidiane alle persone di tutte le età che abbiano voglia di partecipare è un’ottima idea da molti punti di vista. Andare a camminare di buon passo con regolarità è come avere un appuntamento con la salute. Dal punto di vista psicologico lo scarico delle tensioni ha notevoli benefici sull’umore e sulla gestione dello stress, dal punto di vista organico numerosi sono i vantaggi per l’apparato cardiocircolatorio e non solo. Non dimentichiamo poi la socializzazione che è un autentico regalo nella società moderna in cui l’isolamento è un pericolo che corriamo tutti, specialmente gli anziani. Grazie agli accompagnatori si avrà poi modo di godersi la bellezza di scorci della nostra città che non è mai una cosa da dare per scontata.”

LA REALIZZAZIONE ?Coadiuvati da laureati in scienze motorie ed esperti del settore stiamo pensando ad alcuni itinerari cittadini che si sviluppino su 1h – 1,15h di cammino, studiati sulla base di un criterio di alternanza tra una parte più semplice e una aerobica in cui si verrà sottoposti ad un maggiore sforzo fisico che andrà a sollecitare maggiormente anche il cuore. È prevista un’alternanza tra percorsi prettamente cittadini, pensati per poter valorizzare anche il patrimonio artistico della città, e altri che sfruttino gli ambienti naturali e immersi nel verde presenti numerosi a Macerata. Tali attività potranno e dovranno svolgersi durante tutto l’anno e puntano ad aumentare l’offerta già presente in città: nessuna competizione con palestre ed associazioni; semplicemente un servizio in più da offrire a tutta la collettività di cui ci sta a cuore, come ci piace ogni volta ricordare, il benessere psico-fisico.

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Protagonisti della Città Ideale

Una comunità che funziona, è una comunità che dialoga con l’Amministrazione in tempo reale. Una città che funziona, è una città in cui i beni pubblici riflettono il senso civico dei cittadini, che collaborano responsabilmente segnalando problemi e disservizi.
L’Amministrazione deve poter offrire un canale di comunicazione efficace in modo tale da permettere la tempestiva segnalazione di un’incidenza in qualsiasi momento della giornata e verificarne il progresso.

Ispirandoci alle città che hanno già implementato con successo piattaforme digitali a tale scopo (dalla soluzione “PaloAlto311” (Palo Alto) alla piattaforma “Las Rozas Smart Green” (Madrid)), crediamo in un mezzo alla portata di tutti che affianchi alla segnalazione telefonica tradizionale quella da smartphone, con la possibilità di:

  • allegare fotografie
  • segnalare urgenza e pericolosità
  • ricevere una stima del tempo d’attesa per la risoluzione
  • verificare l’effettivo progresso

La provincia di Macerata occupa la 66ª posizione nella graduatoria sulla trasformazione digitale, secondo il rapporto annuale iCityRank 2019.
Vogliamo migliorare.

Crediamo nella valorizzazione dell’intelligenza sociale collaborativa, per essere i protagonisti della città ideale.

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Cerco un centro (storico)

Cari amici, ormai ci siamo! Domenica 16 febbraio si vota! Possono votare tutti i residenti nel comune di Macerata che hanno compiuto 16 anni per scegliere il loro candidato sindaco.

Si vota dalle 8 alle 22, con un documento d’identità, gratuitamente, nei seguenti seggi:
● Via Costa, 10
● Via Verdi, 10/A
● Via Spalato, 6
● Borgo Peranzoni, 55 (Villa Potenza, ex Scuola Elementare)
● Via Peranda, 44 (Sforzacosta, sede comitato quartiere)
● Via Volturno, 67 (Piediripa)

Oggi vogliamo affrontare il tema del Centro storico. Parlare della crisi del Centro storico, in evidente sofferenza, è un atto d’amore verso la città e non il contrario, come qualche vecchio politico vuole far credere ipocritamente. Se vuoi bene a qualcosa o a qualcuno, non fai finta di niente, ma con coraggio provi a risolvere i suoi problemi, anche se complicati.

Spesso il discorso viene semplificato, additando la ZTL come il principale male che ha reso il centro “blindato”. Premesso che nessuna decisione è per sempre (alcuni commercianti propongono la riapertura al traffico dal lunedì al venerdì reintroducendo parcheggi di sosta veloce), va sottolineato che la questione è molto più complessa: non solo sono cambiate le abitudini dei compratori, pensate ai centri commerciali dal facile parcheggio o gli shop online che con un click ti fanno arrivare la merce direttamente a casa a minor prezzo e il giorno stesso dell’acquisto. I tempi sono cambiati: i numerosi cinema del centro e locali di intrattenimento come la sala giochi hanno segnato un’epoca che ahimè non esiste più. La scuola aeronautica e i mille cadetti che passeggiavano per il centro sono immagini che fanno parte dei nostri ricordi. Voi vedete da qualche parte la selva di motorini e persone davanti alla Banca delle Marche, San Filippo o sotto le logge che per anni hanno colorato il centro? Ci sono stati due terremoti: quello del 1997 e quello del 2016 e sono stati danneggiati luoghi di culto, scuole, case ed edifici. Ad oggi il centro storico ha perso anche la sua ultima scuola.

Nel frattempo si è sviluppato un nuovo modello sociale, quello delle reti sociali, che se da un lato promettono maggiore comunicazione, scambi d’opinioni e promozione d’eventi urbani (siamo qui a discutere su un social), dall’altro sortiscono l’effetto contrario e aumentano solitudine e isolamento. L’immediatezza d’accesso ai servizi d’intrattenimento a volte ci induce a restare a casa in compagnia dei dispositivi digitali, anziché uscire.

Questo scenario ha ridisegnato la fisionomia dell’offerta commerciale del centro, lasciando spazio alla ristorazione. Non si compra più un bene, si compra un’esperienza, una colazione, una cena o un drink. Questo spiega perché in alcune frange orarie il centro regge ancora (con sufficienza, non ci allarghiamo): il fine settimana, a cena ancora vediamo ristoranti pieni. Ma in altri orari,
lo scenario è desolante. Andate a prendere il caffé la domenica mattina in centro, e se non c’è il mercato del Barattolo, sarete voi e il caffé.

La ZTL non basta: se pensiamo al fatto che non ci sono posti dove parcheggiare nel centro –e che non si può indurre un turn-over di mezz’ora per far entrare in auto tutti coloro che vorremo riempissero il centro- si capisce bene che non può essere questa la soluzione al problema del commercio, dell’accessibilità nella città storica e della sua vivibilità. Oltre al fatto che il parcheggio di Via Armaroli ha i semafori perennemente in verde (in linea con tutte le grandi città, la sosta è a pagamento, ma sicuramente qualcosa
si può fare).

Come possiamo rivitalizzare il centro storico della nostra città, quindi? Se non possiamo rivolgerci alle cause che hanno svuotato il centro (riflesso di una mutazione genetica di questa società e dei suoi usi e costumi), possiamo solo andare a ragionare sull’utilizzatore.

  • Attività commerciali e uffici
  • Residenti
  • Studenti. Università, Accademia e luoghi di studio
  • Cultura e Intrattenimento. Teatro, cinema, passeggio, eventi all’aperto e nei locali, ristorazione e acquisti
  • Turismo

Pensare di risolvere un problema complesso con una soluzione semplice, sì, ci piacerebbe. Crediamo piuttosto che bisogna ragionare su azioni congiunte ed articolate in modo tale da svegliare l’interesse per una passeggiata in centro, sia vivendo dentro le mura, che accedendovi perché qualcosa da fare o vedere c’è.

Attività commerciali e uffici

In questi giorni leggiamo che ci sono stati diversi incontri dei commercianti, molto partecipati, per raccogliere esigenze e proposte sulla visione di centro storico, allo scopo di arginarne la desertificazione. Questa voglia di confronto e quello che ne emergerà è un punto di partenza imprescindibile per qualsiasi futura decisione politica. Emerge il problema della ZTL (seppur flessibilizzata) e dei parcheggi (annosa questione: non ce ne sono
abbastanza). Premettendo che l’entrata di veicoli nel centro storico diminuisce l’attrattività dello stesso, crediamo sia fondamentale rivedere in accordo con le categorie succitate l’accesso delle automobili. La ZTL deve essere chiara, di sicuro chi per lavoro accede al centro (fornitori e artigiani) deve poter lavorare in tranquillità e gratis. Il lavoro è al primo posto. Ci sono possibilità di ripristinare zone di sosta veloce in vari punti del centro per lo shopping o magari per fare l’aperitivo. Abbiamo diverse idee che si possono consultare nel nostro programma (bozza aperta e viva, che cresce col contributo costruttivo della comunità). La Navetta della Libertà, un autobus ecosostenibile e inclusivo che gratuitamente e frequentemente colleghi gli attracchi meccanizzati dei parcheggi a Piazza della Libertà. Dobbiamo pensare a un Centro storico di qualità, un organismo complesso che funzioni in modo coordinato, una specie di centro commerciale all’aperto, il più prestigioso centro commerciale del territorio. A tal proposito è necessario un coordinamento strutturato tra le attività commerciali che, sostenute da una classe politica che concorda e pianifica con anticipo le attività ricreative della città, torni a far vivere Macerata e a renderla città aperta e attrattiva. È necessario favorire l’imprenditorialità in Centro con appositi bandi, servono incentivi per attività lavorative in via di sviluppo, concordate con Università, associazioni di categoria e mondo imprenditoriale. Ci sono troppi locali sfitti a causa di affitti esagerati che possono essere calmierati con apposite azioni amministrative. Chi vuole investire in centro deve avere tutte le condizioni positive per farlo.

Residenti

Ma non parliamo solo di accessibilità al centro storico. Perché bisogna incentivare la residenza, con misure mirate per sostenere chi decide di vivere in centro con contribuzioni e defiscalizzazioni in caso di acquisto, di interventi di restauro o se gli alloggi vengono dati in locazione convenzionata. L’avvio di interventi diffusi di restauro avrebbe anche il merito di attivare un volano di attività edilizia con nuovi posti di lavoro per le maestranze locali e di commesse per fornitori e professionisti. Infine i parcheggi: oltre ai posti auto convenzionati per residenti al ParkSì e accanto ai parcheggi per la sosta “mordi e fuggi” di chi arriva per lo shopping o l’aperitivo, saranno necessari i garage per i residenti, i quali potrebbero essere ricavati restaurando i locali inutilizzati al piano terra degli edifici del centro o in altri contenitori edilizi che possono essere reperiti in prossimità del centro. Viene naturale pensare allora come l’impulso dell’Amministrazione per fare risorgere attività commerciali per servire residenti (e non, perché in questo scenario l’altra grossa fetta d’utenza del centro è rappresentata dagli studenti universitari) sia tutt’uno con la residenzialità, diverse facce dello stesso ecosistema che bisogna far risorgere.

Studenti

Il grosso degli utilizzatori del centro storico, per quattro giorni a settimana e per nove mesi all’anno è proprio rappresentato dagli studenti. Macerata è una città universitaria, e la maestria di saper coniugare i bisogni del fruitore stanziale del centro storico con quelli dello studente (lunga vita all’Università!) mediante una serie di azioni per la lieta convivenza deve essere tra le priorità del buon amministratore. In questo momento non ci sono più luoghi di ritrovo per l’intrattenimento (locali, discoteche, spazi per concerti al momento non pervenuti) e creare spazi che rendano Macerata un polo Universitario ambito non solo per l’offerta formativa (non abbiamo dubbi sull’eccellenza del nostro Ateneo), ma anche creativa e perché no, ricreativa, ci sembra degno di attenzione.

Cultura e Intrattenimento

Ne abbiamo parlato a più riprese, rimandiamo al capitolo in cui abbiamo trattato “Macerata, città della musica“. Aggiungiamo anche in questa sede che Macerata vogliamo sia città del teatro, dell’enogastronomia (ci alletta la creazione di un mercato enogastronomico in posizione centrale, offerta già provata e di tendenza in centri metropolitani, grandi e piccini), della scenografia (vogliamo omaggiare il primo cittadino maceratese nel mondo mediante la creazione del museo Dante Ferretti), dell’arte (scommettiamo sulla BAM! La Biennale d’Arte di Macerata. La prima biennale d’arte del centro Italia: siamo l’unico capoluogo di provincia della nostra Regione insieme ad Urbino in cui c’è sia l’Università che l’Accademia di Belle Arti). Abbiamo una quantità di risorse da sfruttare, e dobbiamo sederci a tavolino con tutte le entità cittadine, associazioni, istituzioni e Università per calendarizzare le attività in programma in modo coerente e ragionato. Basta piazze vuote, basta finesettimana senza cose da fare, e altri con sovrapposizione di eventi.

Turismo

Macerata si muove bene in questo settore, con una discreta offerta museale e affluenza turistica in crescita (ma non bisogna aspettare le giornate del FAI, per vedere le perle della nostra città). Ciononostante, l’offerta turistica deve essere corale e coinvolgere gli altri comuni della provincia nella creazione di percorsi turistici. Il turista deve poter spendere vari giorni in città, punto di partenza per conoscere, ammirare e innamorarsi della nostra strabiliante provincia e del suo Capoluogo. Concludo lanciando un messaggio a chi crede che si possa semplificare la costruzione della città del futuro con una manciata di ingredienti: la realtà è molto più complessa e non si può ragionare a suon si slogan, il lavoro da fare è molto. Ma siamo ottimisti, perché vediamo molto amore e voglia di rimettersi in gioco.

Viva Macerata!

E buon voto a tutti! La partecipazione è il primo passo per essere protagonisti nella nostra città!

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Crescita e inclusione digitale

Nell’era dell’informazione, il governo dei dati e dell’universo digitale in generale ha assunto pari importanza del governo del mondo reale, sul quale il primo ha ormai un impatto concreto e crescente. I servizi digitali nati negli anni ottanta e novanta come accessorio dei servizi reali oggi non possono più essere considerati tali. I nostri giovani si affacciano sul mondo digitale già in età prescolare, e vi trascorrono una parte rilevante della propria esistenza, accompagnati durante la loro crescita dai social network e da molti altri strumenti digitali. Dualmente, i cittadini di ogni fascia di età cercano di recuperare il gap generazionale per potersi avvalere anch’essi dell’immediatezza e della ricchezza del mondo digitale.

In questo scenario, l’amministrazione pubblica non può esimersi dall’essere presente attivamente e con convinzione nell’universo digitale, in modo concreto e sostanziale anziché posticcio. Le istituzioni infatti spesso soffrono la trasformazione digitale, e si affacciano nel mondo digitale in modo timido ed insicuro, tramite progetti frammentari e non strutturali. Ciò vanifica lo sforzo, ed anzi aumenta la frustrazione dei cittadini nel sentirsi lontani dalla cosa pubblica.

Oggi gli strumenti digitali hanno assunto livelli di maturità che consentono loro di rappresentare un elemento strategico e cruciale nell’amministrazione del bene comune e nel rapporto coi cittadini. Tutto ciò a condizione che se ne faccia un uso organico, chiaro e moderno, consentendo di stabilire un canale di comunicazione efficace e bidirezionale coi cittadini, di rendere visibili i servizi e le iniziative istituzionali, di far percepire la vicinanza delle istituzioni alla gente comune. Certamente quanto già fatto nella direzione della trasformazione digitale va valorizzato e non disperso, ma soprattutto va reso visibile e realmente utilizzabile dalla cittadinanza, ripensando il rapporto digitale coi cittadini in modo che sia moderno, concreto ed immediato.

A questo si dovrebbe affiancare una politica concreta ed organica di governo delle infrastrutture digitali, a beneficio sia dei cittadini che delle attività produttive. Tra queste, priorità va data alle reti di comunicazione ed alla connettività a banda ultra-larga, che oggi a stento riesce a raggiungere le frazioni, fino alle reti di ricarica di veicoli elettrici, alla gestione intelligente dei parcheggi e della mobilità, e molto altro. Inoltre, gli strumenti digitali oggi rappresentano il primo fronte per la competitività e la produttività, fungendo da acceleratore quando non motore del mondo produttivo.

Le Marche certamente non attraversano il miglior periodo di sempre per ciò che riguarda la produttività, e tra le province marchigiane quella di Macerata non eccelle. Un po’ in tutta la regione ci si pone il problema di come stimolare la produttività e la nascita di nuove imprese, e questo è certamente un problema che per sua natura valica il perimetro comunale, quando non addirittura quello regionale. Tuttavia, è dovere di ogni amministrazione comunale, e di quella di un capoluogo di provincia a maggior ragione, attirare ed incentivare l’instaurarsi di nuove attività produttive, così come sostenere quelle esistenti.

Certamente l’innovazione e gli strumenti digitali rappresentano oggi le prime leve su cui agire in tale senso. Anche in questo caso, serve un governo dell’innovazione che possa guidare e stimolare le attività produttive piuttosto che limitarsi a replicare su scala locale iniziative che vanno di moda. Una di queste è certamente la nascita di spazi di coworking. Tali spazi hanno trovato ampio successo nelle grandi realtà metropolitane, dove oltre ad offrire spazi a buon mercato per startup, imprese neonate e liberi professionisti, rappresentano anche punti nevralgici di incontro e networking. Su scala locale, invece, la loro efficacia è certamente meno ovvia. La disponibilità di spazi per lo stabilirsi di nuove imprese in questo momento non appare un problema rilevante sul nostro territorio.

Altresì lo stabilirsi di una massa critica e coerente di imprese e professionisti capaci di creare autonomamente punti di aggregazione nevralgici per fare da volano alla creazione di nuove imprese appare uno scenario difficilmente realizzabile. Piuttosto sembra che, avendo creato spazi di coworking come contenitori vuoti ed agevolandone l’uso, l’amministrazione ritenga esaurito il proprio compito nella creazione ed incentivazione di attività produttive. Al contrario, il contenuto si deve ritenere più critico del contenitore, dal momento che la nostra città non eccelle per creazione spontanea di imprese. L’amministrazione dovrebbe piuttosto individuare linee di intervento su tematiche ben precise, frutto di concertazione e capaci di stimolare e valorizzare le capacità imprenditoriali tipiche del nostro territorio, e su tali linee contribuire alla creazione di opportunità imprenditoriali tramite un progetto concreto di incubazione d’impresa.

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Sicurezza, sempre

«I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli».

Il più celebre attacco frontale all’imbarbarimento del web è stato sferrato in tempi non sospetti (correva l’anno 2015) nientepopodimeno da Umberto Eco, dopo aver ricevuto la laurea honoris causa in “Comunicazione e Cultura dei media” all’università di Torino. A tirare le fila di quello che tempo fa sembrò ad alcuni essere stata soltanto una boutade iperbolica d’autore è l’Osservatorio scientifico no profit “Social Warning – Movimento Etico Digitale”.

La seconda edizione della ricerca dell’organizzazione, che si occupa di educazione civica digitale, restituisce numeri drammatici. Sembra, di fatto, che i primi a non esserne pienamente consapevoli siano i genitori di bambini e ragazzi, le vere vittime di questo triste scenario. Da quanto emerge dalla ricerca “quattro ragazzi su dieci tra i 12 e i 16 anni stanno su internet dalle 2 alle 4 ore e sono vittime di cyberbullismo. Uno su tre cita la pornografia tra gli episodi spiacevoli capitati online e quasi uno su dieci è stato vittima di adescamento…

Sembra sempre più necessario costruire un ponte tra genitori e figli per arrivare ad un sano equilibrio tra vita online e offline”. Continua lo studio: “Solo in una famiglia su due o poco più vengono date limitazioni rispetto all’uso della rete. L’80% dei ragazzi riferisce che l’unica regola data è legata al tempo di utilizzo, o, al massimo, di non visitare siti porno e di mantenere chiuso – ovvero invisibile agli estranei – il proprio profilo social.

Si parla poco invece di come stare sulla rete, mancano regole di comportamento a cui attenersi”. In un mondo in cui la barriera tra virtuale e reale diventa sempre più labile è la città di residenza a dover garantire una cornice sociale solida e dotata di riferimenti etici chiari. Per questo crediamo fermamente che in tema di cyberbullismo e dipendenze da internet la nostra amministrazione debba promuovere collaborazioni ed incontri tra associazioni, cittadini, studenti, insegnanti e formatori digitali al fine di educare genitori e figli all’utilizzo responsabile e consapevole delle risorse Web.

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Macerata, città della Musica!

Cari amici,

Macerata vanta numerose risorse d’eccellenza per quanto riguarda la stagione lirica e concertistica, che potrebbero essere maggiormente valorizzate.

Iniziamo con la lirica maceratese, attività di produzione culturale e turistica che da ormai un secolo (1921-2021) contraddistingue la città dagli altri capoluoghi italiani per l’Opera Festival all’aperto in un luogo senz’altro unico al mondo: L’Arena Sferisterio.

La stagione estiva è di grande successo e, con i quasi 3000 posti in arena, il pieno di biglietteria è un risultato eccellente, oltre al fatto che la stagione si conclude perfino in attivo (un risultato irraggiungibile al giorno d’oggi per la maggior parte dei teatri lirici). Da questa base solida, vorrei ragionare su come coinvolgere gli spettatori che raggiungono Macerata per far loro fruire un esperienza più completa, con percorsi gastronomici e turistici nella città e dintorni: buona parte degli spettatori abbandona la notte stessa la città (non possono sfuggire i pullman fermi che a fine spettacolo riportano gli spettatori alle loro mete di villeggiatura).

Nulla di nuovo se dico che è necessario amplificare l’indotto economico intorno a questa realtà, organizzando efficacemente l’accoglienza turistica ed altre attività legate al settore.

Penso poi a una maggiore continuità nelle rappresentazioni liriche: se Macerate vuole consolidare il suo primato nell’offrire un Festival d’Opera di qualità e in un luogo eccezionale, potrebbe affiancare produzioni liriche minori utilizzando anche il Teatro Lauro Rossi. L’amante della musica lirica non può aspettare undici mesi per ascoltare di nuovo un’opera di qualità in città!

Inoltre serve una visione della stagione musicale per giocare in anticipo, creando un maggiore collegamento con le attività commerciali e di ristorazione del centro storico. Nella continuità della programmazione non si può non menzionare l’altra eccellenza che è il festival di Musicultura. Per non parlare delle esibizioni della FORM e del Coro Bellini, del ciclo di concerti di Appassionata e ultimo ma non meno importante, lo Scodanibbio Music Festival, organizzato dalla prestigiosa scuola di musica civica intitolata al celebre contrabbassista Stefano Scodanibbio. E non dimentichiamo anche la fiorente presenza della coralità cittadina, i Pueri Cantores o il Coro Sibilla, tra gli altri. Il panorama è talmente ricco che qualcosa sicuramente dimentichiamo…
Resta il fatto che a Macerata la musica è di casa!

Vanno organizzate iniziative di piazza in diversi momenti dell’anno che possano attirare per la loro unicità: le nostre piazze, punti di aggregazione per eccellenza, troppe volte sono desolate e tristi. Ritorno all’idea di una pianificazione più omogenea del calendario ricreativo e musicale della città perché ogni finesettimana ci sia qualcosa da fare in giro.
La vita è fuori casa!

Non mi stanco di immaginare un mercato estivo di strumenti musicali rari e d’epoca, all’aperto nei paraggi dello Sferisterio, tale da attrarre anche dall’estero appassionati e collezionisti.

Penso insomma ad una vera e propria “Città della Musica”, ruolo che Macerata potrebbe cogliere in ambito nazionale, promuovendo un programma intenso per tutti i dodici mesi (e di cose da fare e ascoltare ce ne sono). Solo a queste condizioni si può riuscire ad attrarre e far permanere in città il turismo migliore.

ll tema delle strutture ricettive è l’ultimo tassello di queste mie considerazioni, ma non consideriamolo la panacea dell’accoglienza turistica a Macerata. Vi sono già diversi Bed&Breakfast, piccoli alberghi e ristoranti che dovrebbero essere maggiormente coinvolti e avrebbero solo bisogno di una buona organizzazione comune in rete per un’offerta competitiva sotto il “cappello comune” di un riconoscibile marchio cittadino.

Vorrei chiudere sottolineando che le idee di cui sto parlando vanno messe in atto con una seria attività amministrativa fatta di volontà politica in concerto con la partecipazione della città e in accordo con gli operatori economici, esulando da finanziamenti stratosferici e utilizzando le potenzialità esistenti.

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Macerata, città del benessere

Oggi affrontiamo il tema del benessere, del ben-essere e, quindi, dello star bene nella nostra città e del coltivare una vita buona per l’essere di ciascuno. Un argomento che attiene alla qualità della vita e, in particolare, a specifiche dimensioni relazionali che sostengono l’incremento di questa qualità. 

Alcuni strumenti ci sono già, ma a nostro avviso non sono valorizzati. Pensiamo ad Alfa, l’Assemblea delle libere forme associative, che dopo l’assemblea di questi giorni non è più un organo consultivo, ma un soggetto autonomo di partecipazione
attiva. Macerata è una città molto attiva dal punto di vista dell’associazionismo, si regge sull’impegno di tanti cittadini che hanno voglia di dare il loro contributo ma che spesso avrebbero bisogno di una regia e di un supporto maggiore, che metta in una relazione strutturata le varie realtà per il conseguimento di obiettivi comuni verso il bene della città.

Un altro strumento interessante sono i Patti di collaborazione, tanti cittadini hanno voglia di darsi da fare per la città, ma ahimè si scontrano con le barriere burocratiche che sicuramente non incentivano all’uso di questo strumento.

Come pensiamo di progettare e agire per far sì che ogni ragionamento in merito non sia solo caratterizzato da parole, ma da proposte concrete? 

Per rispondere, in premessa, focalizziamo l’attenzione su due termini chiave:

  1. Comunità.
  2. Educazione.

Comunità

Comunità, letteralmente, significa impegno comune, ma la realizzazione di una simile obbligazione solidale non può darsi senza la necessaria valorizzazione di spazi e tempi di condivisione e collaborazione che consolidino il senso stesso dell’impegno vissuto insieme. Pertanto, Macerata Insieme (e la ripetizione di “insieme” non è casuale) ha come obiettivo significativo quello di intensificare le possibili reti tra cittadini, associazioni, imprese:

  • dando corpo a periodici, sistematici e non occasionali momenti assembleari di incontro, confronto e negoziazione circa problemi da risolvere e progetti da co-costruire;
  • Utilizzando piattaforme web e social di discussione critica comune;
  • Recuperando e/o destinando peculiari luoghi fisici alla conversazione pubblica

E poiché la condivisione e la collaborazione non si cementano soltanto nel dibattito pubblico, nel senso politico più stretto, è opportuno rafforzare anche una sfera politica di più ampio raggio, consentendo alle persone di arricchire il proprio  significato di appartenenza ad una polis accogliente. In quest’ottica, per fortificare i tessuti relazionali, occorre:

  • dare maggiore sfogo alla vivibilità degli spazi soprattutto quelli verdi dedicati ai bambini e alle bambine, alle famiglie e all’invecchiamento attivo (con strutture ludiche e conviviali, attrezzature sportive e per ginnastica dolce);
  • Aumentare gli spazi di aggregazione informale (piazze, giardini pubblici, spazi comunali vari).

Educazione

Un obiettivo significativo di Macerata Insieme è consentire
alle persone di manifestare al meglio le proprie potenzialità. Per raggiungere questo scopo bisogna puntare fortemente sull’integrazione tra realtà e sull’inclusione dei soggetti:

  • Creando centri di studio e di ricerca animati da tematiche comuni affrontate da prospettive differenti (istituzionali, universitarie, scolastiche, imprenditoriali, associazionistiche, ecc.);
  • Favorendo al massimo la collaborazione tra Istituti scolastici e Università con reti ad hoc e progetti in convenzione;
  • Incoraggiando il dialogo intergenerazionale in strutture e spazi pensati proprio per questo scopo (case di riposo e asili nido/scuole dell’infanzia insieme a luoghi destinati al ritrovo di famiglie e giovani dove le attività prevalenti sono quelle culturali e artistico-educative); 
  • Potenziando le risorse strutturali e infrastrutturali tese alla mobilità di tutti, permettendo in primis alle persone con mobilità ridotta di percorrere liberamente Macerata (ivi inclusi i luoghi verdi e di aggregazione di cui sopra) e, nondimeno, a tutti i cittadini di godere di una circolazione e di una sosta agevoli e sicure  (valorizzazione dei giardini, delle piazze e delle strade del centro storico così come dei quartieri della città). Questo punto potrebbe sembrare estraneo alle finalità educative, ma se non si è in grado di usufruire facilmente degli spazi urbani, non si è in grado nemmeno di far parte di una comunità che possa intrecciare relazioni e farsi educante tramite esse.  
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Piano di Protezione Civile Comunale a “misura di bambino”

Friuli 1976, Irpinia 1980, Umbria-Marche 1997 (11 morti, 100 feriti, 80.000 sfollati), Molise 2002 (morti 27 bambini e una maestra), L’aquila 2009 (309 morti, 1600 feriti, 65.000 sfollati), Emilia 2012 (17 morti, 300 feriti, 15.000 sfollati), Terremoto Centro Italia 2016 (303 morti, 388 feriti, 41.000 sfollati).

Questi sono i terremoti avvenuti negli ultimi decenni in Italia, tutti caratterizzati da crolli e vittime. Quindi il dato è che non sappiamo difenderci dal terremoto. Il nostro obiettivo, a livello comunale, è quello di ridurre il RISCHIO SISMICO .

Pericolosità Sismica e Rischio Sismico non significano la stessa cosa. Il Rischio Sismico dipende infatti da tre elementi: Pericolosità Sismica, Vulnerabilità Sismica ed Esposizione. 

La Pericolosità Sismica è una caratteristica del territorio legata alla magnitudo massima o accelerazione al suolo che si può verificare in una determinata area. Si può calcolare ma non si può ridurre. Il nostro territorio è caratterizzato da un’elevata Pericolosità Sismica. 

Il Rischio Sismico invece si può ridurre operando sulla Vulnerabilità Sismica degli edifici e delle infrastrutture e sull’Esposizione.

Il Sindaco è “Autorità Comunale di protezione civile” perché la legge gli assegna direttamente dei compiti di salvaguardia e tutela primaria dell’incolumità dei cittadini. 

Il Sindaco, proprio per i poteri/doveri che ha, è titolare di una posizione di garanzia, ossia, nel suo ruolo di autorità comunale ha l’obbligo giuridico di impedire che un evento possa cagionare danni a soggetti deboli non in grado di meglio tutelarsi autonomamente.

Concretamente noi pensiamo che per ridurre il RISCHIO SISMICO dobbiamo mettere in atto le principali azioni:

  1. Pianificazione dell’emergenza
  2. Piano di Protezione Civile Comunale a “misura di bambino”
  3. Riduzione della vulnerabilità sismica degli edifici e delle infrastrutture

Pianificazione dell’emergenza

La pianificazione dell’emergenza va effettuata mediante la divulgazione costante e periodica del Piano Comunale di Emergenza di Protezione Civile, il quale anch’esso deve essere periodicamente aggiornato. Pensiamo ad una Protezione Civile che “viene dal basso”, la Protezione Civile siamo tutti noi. Quindi informazione, ma anche ipotizzare esercitazioni sul campo coinvolgendo anche associazioni ecc. Pensiamo anche alla costituzione di un Gruppo Comunale di Protezione Civile. Bisogna inoltre estendere a tutto il territorio comunale gli studi di Microzonazione Sismica di livello III che ci consente di definire la pericolosità sismica specifica per le varie zone di Macerata. 

Piano di Protezione Civile Comunale a “misura di bambino” per le scuole.

Pensiamo a un piano che preveda azioni e percorsi virtuosi che possano rendere la pianificazione di emergenza maggiormente attenta alle necessità e alla partecipazione dei bambini e dei ragazzi in tutte le fasi della gestione dell’emergenza.

Le azioni devono svilupparsi nell’ottica della “protezione del bambino” e dovranno essere trattate tenendo conto delle tematiche trasversali relative alla disabilità e agli aspetti plurilinguistici al fine di garantire attraverso, una pianificazione mirata, una maggiore tutela dei gruppi più a rischio.

Questo obiettivo potrà realizzarsi coinvolgendo attivamente l’Amministrazione Comunale, i Dirigenti Scolastici ed altri esperti, al fine di identificare e organizzare azioni precise che dovranno essere codificate in veri e propri protocolli operativi da integrare al Piano di Protezione Civile Comunale.

Aderiremo con grande entusiasmo all’iniziativa promossa da Save the Children Italia Onlus  per la realizzazione e l’aggiornamento del Piano di Protezione Civile Comunale “a misura di bambino”.

Le azioni principali da mettere in campo sono le seguenti:

  • Mappatura dei servizi dedicati all’infanzia e all’adolescenza, previsione di una figura di coordinamento dedicata ai minori per la gestione dell’emergenza e di procedure di allertamento e trasferimento della popolazione scolastica alle aree di attesa.
  • Garantire continuità educativa in emergenza
  • Coordinamento del volontariato di protezione civile e associazioni che operano per i bambini
  • Predisposizione di Spazi a Misura di Bambino che seguano gli standard logistici indicati a livello internazionale
  • Protezione dei minori durante l’emergenza: codice di condotta e controlli istituzionali
  • Garantire interventi di supporto psicosociale
  • Prevedere e garantire aspetti sanitari dedicati all’infanzia in emergenza
  • Incontri con esperti di Protezione Civile per insegnanti, genitori e alunni per analisi del fenomeno emergenziale
  • Partire dalla scuola per conoscere i rischi sul territorio e la protezione civile
  • “Vivere i Piani di Emergenza Comunali” con la partecipazione dei bambini

Riduzione della vulnerabilità sismica

La Riduzione della vulnerabilità sismica degli edifici e delle infrastrutture parte da studi di vulnerabilità sismica degli stessi. Quindi verifiche e studi di vulnerabilità sismica sugli edifici pubblici e promozione di dette verifiche sugli edifici privati.

Dopo gli eventi sismici del 2016 nel territorio comunale di Macerata ci sono state circa 3000 istanze di sopralluogo per edifici/opere pubbliche e private, 659 cittadini sfollati a seguito di ordinanza sindacale per inagibilità dell’edificio (dati agosto 2019), e altrettante richieste di contributo per autonoma sistemazione. Sono 140 i comuni che rientrano nel cosiddetto cratere sismico a seguito degli eventi sismici del 2016 e Macerata è l’unico capoluogo di provincia (insieme ad Ascoli Piceno) che rientra nel suddetto cratere. Il Comune di Macerata deve avere cura ed assistere sotto tutti i punti di vista (tecnici, legali ecc) tutte quelle persone che allo stato attuale sono fuori casa e deve diventare protagonista nella ricostruzione, un punto di riferimento per tutte quelle persone che dall’entroterra si sono trasferite nel nostro Comune a causa degli eventi sismici.

La protezione civile si fa col pessimismo

Giuseppe Zamberletti

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Macerata città aperta: frazioni al centro

Ciao a tutti,

Nel post di oggi vorrei discutere con voi dell’Accessibilità della città e in particolare di come l’urbanistica di Macerata riesce a soddisfare le esigenze degli abitanti.

Oggi voglio dare la priorità alle Periferie e alle Frazioni – credo sia doveroso una volta tanto – prima di  affrontare i problemi del Centro storico.

Se è obiettivamente vero che non esistono in città aree di particolare degrado, come capita di notare in varie altre realtà urbane, tuttavia certi quartieri, creati con  la logica del massimo sfruttamento del territorio, non vanno oltre le esigenze primarie di vita quotidiana – lavorare, abitare la casa, fare le spese, dormire – delegando al Centro e ai due corsi principali i momenti per la vita sociale, per le attività culturali e formative, per lo svago ed il passeggio.

In alcune zone, come in quella delle villette di Corneto o sotto Villalba, non vi sono negozi; tu cammini la sera accanto a “muri di case mute o recinzioni di giardini oscuri” non senza qualche timore e, per non farti cogliere dalla tristezza, non vedi l’ora di saltare sull’automobile e raggiungere i luoghi di più intensa vitalità. 

Avete mai provato a percorrere a piedi via Roma fino alla fine? Una vera avventura e, se avete una carrozzina, è proprio impossibile farcela.

Le frazioni così come sono, attestate su di una trafficata strada di attraversamento, senza alcun vero “luogo urbano di centralità”, non stanno meglio (Villa Potenza se la cava un po’ da quando fu realizzata la bretella by pass!).

Sarebbe interessante avere anche nei quartieri dei luoghi dove socializzare, dove poter passeggiare e incontrarsi (non solo rotatorie e parcheggi) e far giocare i bambini (avete notato la piacevole accoglienza di piazza Mazzini d’estate?), piazze circondate da edifici con fronti commerciali e magari portici dove è bello fare lo shopping o ambienti per partecipare a riunioni, conferenze, per condividere insomma momenti di quotidianità. 

Non riusciamo nel 21° secolo a pensare a spazi di qualità alla pari di quelli che i nostri antenati hanno saputo edificare nelle città antiche di 500 anni fa o più, che ancora adesso ci stupiscono per la loro accoglienza e in cui ci piace stare?

Non è così semplice trasformare una città ormai consolidata, ma esistono delle possibilità che devono essere governate con sufficiente consapevolezza.

Penso al caso – lo dico come esempio – della centralissima area dell’ex mercato boario di piazza Pizzarello, alienata in passato all’edilizia privata e dopo varie mozioni presentate dalla nostra lista, in questi giorni acquistata dall’Università per il suo nuovo polo didattico. Oppure a quello delle ex Casermette dove, accanto alla giustificata creazione delle nuove scuole e delle altre attrezzature urbane previste, andava concepito un vero e proprio “Polo di Centralità” capace di forte attrattività e con l’obiettivo di fungere da cerniera urbana tra i quartieri dormitorio di Collevario, via Spalato bassa e zona Villalba.

Tra  un po’ di tempo, se verrà realizzato il nuovo Ospedale provinciale, di cui in questi giorni abbiamo votato l’adozione definitiva della variante urbanistica, si presenterà la necessità di convertire l’attuale attrezzatura sanitaria e, viste le dimensioni di cui si tratta, non si potrà non tenere conto dello “spostamento di pesi” che questo indurrà nella città; sarà necessario  essere molto consapevoli e … “stare sul pezzo” per cogliere questa occasione in favore della città, senza consegnarla distrattamente alla speculazione affaristica.

Altre possibilità di riqualificazione in città ve ne sono e, anche grazie ad un ripensamento del sistema generale della mobilità urbana, sarà importante avere sempre la sensibilità della “città per i cittadini” e non solo per gli automobilisti.

Queste sono suggestioni che volevo condividere con voi, prima di invitarvi a consultare il nostro programma dove scendiamo nello specifico di tutte le discussioni aperte su questo blog.

Si vota domenica 16 febbraio dalle 8 alle 22 in sei seggi:

  • Via Costa (centro storico, davanti al Pozzo)
  • Via Verdi 10/A
  • Via Spalato 6 (sede comunale del PD)
  • Borgo Peranzoni 53 (Villa Potenza, ex Scuola Elementare)
  • Via Peranda (Sforzacosta, sede comitato quartiere)
  • Via Volturno 17 (Piediripa, sede del PD provinciale)

L’età minima per votare è di 16 anni. Bisogna essere residenti a Macerata ed essere iscritti alle liste elettorali. La votazione è gratuita, è sufficiente identificarsi con un documento d’identità.

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Energie nuove per Macerata

Intervento di David Miliozzi, candidato sindaco alle primarie del 16 febbraio 2020 a Macerata, in occasione della presentazione dei candidati il giorno 25 gennaio in Piazza della Libertà.