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Cerco un centro (storico)

Cari amici, ormai ci siamo! Domenica 16 febbraio si vota! Possono votare tutti i residenti nel comune di Macerata che hanno compiuto 16 anni per scegliere il loro candidato sindaco.

Si vota dalle 8 alle 22, con un documento d’identità, gratuitamente, nei seguenti seggi:
● Via Costa, 10
● Via Verdi, 10/A
● Via Spalato, 6
● Borgo Peranzoni, 55 (Villa Potenza, ex Scuola Elementare)
● Via Peranda, 44 (Sforzacosta, sede comitato quartiere)
● Via Volturno, 67 (Piediripa)

Oggi vogliamo affrontare il tema del Centro storico. Parlare della crisi del Centro storico, in evidente sofferenza, è un atto d’amore verso la città e non il contrario, come qualche vecchio politico vuole far credere ipocritamente. Se vuoi bene a qualcosa o a qualcuno, non fai finta di niente, ma con coraggio provi a risolvere i suoi problemi, anche se complicati.

Spesso il discorso viene semplificato, additando la ZTL come il principale male che ha reso il centro “blindato”. Premesso che nessuna decisione è per sempre (alcuni commercianti propongono la riapertura al traffico dal lunedì al venerdì reintroducendo parcheggi di sosta veloce), va sottolineato che la questione è molto più complessa: non solo sono cambiate le abitudini dei compratori, pensate ai centri commerciali dal facile parcheggio o gli shop online che con un click ti fanno arrivare la merce direttamente a casa a minor prezzo e il giorno stesso dell’acquisto. I tempi sono cambiati: i numerosi cinema del centro e locali di intrattenimento come la sala giochi hanno segnato un’epoca che ahimè non esiste più. La scuola aeronautica e i mille cadetti che passeggiavano per il centro sono immagini che fanno parte dei nostri ricordi. Voi vedete da qualche parte la selva di motorini e persone davanti alla Banca delle Marche, San Filippo o sotto le logge che per anni hanno colorato il centro? Ci sono stati due terremoti: quello del 1997 e quello del 2016 e sono stati danneggiati luoghi di culto, scuole, case ed edifici. Ad oggi il centro storico ha perso anche la sua ultima scuola.

Nel frattempo si è sviluppato un nuovo modello sociale, quello delle reti sociali, che se da un lato promettono maggiore comunicazione, scambi d’opinioni e promozione d’eventi urbani (siamo qui a discutere su un social), dall’altro sortiscono l’effetto contrario e aumentano solitudine e isolamento. L’immediatezza d’accesso ai servizi d’intrattenimento a volte ci induce a restare a casa in compagnia dei dispositivi digitali, anziché uscire.

Questo scenario ha ridisegnato la fisionomia dell’offerta commerciale del centro, lasciando spazio alla ristorazione. Non si compra più un bene, si compra un’esperienza, una colazione, una cena o un drink. Questo spiega perché in alcune frange orarie il centro regge ancora (con sufficienza, non ci allarghiamo): il fine settimana, a cena ancora vediamo ristoranti pieni. Ma in altri orari,
lo scenario è desolante. Andate a prendere il caffé la domenica mattina in centro, e se non c’è il mercato del Barattolo, sarete voi e il caffé.

La ZTL non basta: se pensiamo al fatto che non ci sono posti dove parcheggiare nel centro –e che non si può indurre un turn-over di mezz’ora per far entrare in auto tutti coloro che vorremo riempissero il centro- si capisce bene che non può essere questa la soluzione al problema del commercio, dell’accessibilità nella città storica e della sua vivibilità. Oltre al fatto che il parcheggio di Via Armaroli ha i semafori perennemente in verde (in linea con tutte le grandi città, la sosta è a pagamento, ma sicuramente qualcosa
si può fare).

Come possiamo rivitalizzare il centro storico della nostra città, quindi? Se non possiamo rivolgerci alle cause che hanno svuotato il centro (riflesso di una mutazione genetica di questa società e dei suoi usi e costumi), possiamo solo andare a ragionare sull’utilizzatore.

  • Attività commerciali e uffici
  • Residenti
  • Studenti. Università, Accademia e luoghi di studio
  • Cultura e Intrattenimento. Teatro, cinema, passeggio, eventi all’aperto e nei locali, ristorazione e acquisti
  • Turismo

Pensare di risolvere un problema complesso con una soluzione semplice, sì, ci piacerebbe. Crediamo piuttosto che bisogna ragionare su azioni congiunte ed articolate in modo tale da svegliare l’interesse per una passeggiata in centro, sia vivendo dentro le mura, che accedendovi perché qualcosa da fare o vedere c’è.

Attività commerciali e uffici

In questi giorni leggiamo che ci sono stati diversi incontri dei commercianti, molto partecipati, per raccogliere esigenze e proposte sulla visione di centro storico, allo scopo di arginarne la desertificazione. Questa voglia di confronto e quello che ne emergerà è un punto di partenza imprescindibile per qualsiasi futura decisione politica. Emerge il problema della ZTL (seppur flessibilizzata) e dei parcheggi (annosa questione: non ce ne sono
abbastanza). Premettendo che l’entrata di veicoli nel centro storico diminuisce l’attrattività dello stesso, crediamo sia fondamentale rivedere in accordo con le categorie succitate l’accesso delle automobili. La ZTL deve essere chiara, di sicuro chi per lavoro accede al centro (fornitori e artigiani) deve poter lavorare in tranquillità e gratis. Il lavoro è al primo posto. Ci sono possibilità di ripristinare zone di sosta veloce in vari punti del centro per lo shopping o magari per fare l’aperitivo. Abbiamo diverse idee che si possono consultare nel nostro programma (bozza aperta e viva, che cresce col contributo costruttivo della comunità). La Navetta della Libertà, un autobus ecosostenibile e inclusivo che gratuitamente e frequentemente colleghi gli attracchi meccanizzati dei parcheggi a Piazza della Libertà. Dobbiamo pensare a un Centro storico di qualità, un organismo complesso che funzioni in modo coordinato, una specie di centro commerciale all’aperto, il più prestigioso centro commerciale del territorio. A tal proposito è necessario un coordinamento strutturato tra le attività commerciali che, sostenute da una classe politica che concorda e pianifica con anticipo le attività ricreative della città, torni a far vivere Macerata e a renderla città aperta e attrattiva. È necessario favorire l’imprenditorialità in Centro con appositi bandi, servono incentivi per attività lavorative in via di sviluppo, concordate con Università, associazioni di categoria e mondo imprenditoriale. Ci sono troppi locali sfitti a causa di affitti esagerati che possono essere calmierati con apposite azioni amministrative. Chi vuole investire in centro deve avere tutte le condizioni positive per farlo.

Residenti

Ma non parliamo solo di accessibilità al centro storico. Perché bisogna incentivare la residenza, con misure mirate per sostenere chi decide di vivere in centro con contribuzioni e defiscalizzazioni in caso di acquisto, di interventi di restauro o se gli alloggi vengono dati in locazione convenzionata. L’avvio di interventi diffusi di restauro avrebbe anche il merito di attivare un volano di attività edilizia con nuovi posti di lavoro per le maestranze locali e di commesse per fornitori e professionisti. Infine i parcheggi: oltre ai posti auto convenzionati per residenti al ParkSì e accanto ai parcheggi per la sosta “mordi e fuggi” di chi arriva per lo shopping o l’aperitivo, saranno necessari i garage per i residenti, i quali potrebbero essere ricavati restaurando i locali inutilizzati al piano terra degli edifici del centro o in altri contenitori edilizi che possono essere reperiti in prossimità del centro. Viene naturale pensare allora come l’impulso dell’Amministrazione per fare risorgere attività commerciali per servire residenti (e non, perché in questo scenario l’altra grossa fetta d’utenza del centro è rappresentata dagli studenti universitari) sia tutt’uno con la residenzialità, diverse facce dello stesso ecosistema che bisogna far risorgere.

Studenti

Il grosso degli utilizzatori del centro storico, per quattro giorni a settimana e per nove mesi all’anno è proprio rappresentato dagli studenti. Macerata è una città universitaria, e la maestria di saper coniugare i bisogni del fruitore stanziale del centro storico con quelli dello studente (lunga vita all’Università!) mediante una serie di azioni per la lieta convivenza deve essere tra le priorità del buon amministratore. In questo momento non ci sono più luoghi di ritrovo per l’intrattenimento (locali, discoteche, spazi per concerti al momento non pervenuti) e creare spazi che rendano Macerata un polo Universitario ambito non solo per l’offerta formativa (non abbiamo dubbi sull’eccellenza del nostro Ateneo), ma anche creativa e perché no, ricreativa, ci sembra degno di attenzione.

Cultura e Intrattenimento

Ne abbiamo parlato a più riprese, rimandiamo al capitolo in cui abbiamo trattato “Macerata, città della musica“. Aggiungiamo anche in questa sede che Macerata vogliamo sia città del teatro, dell’enogastronomia (ci alletta la creazione di un mercato enogastronomico in posizione centrale, offerta già provata e di tendenza in centri metropolitani, grandi e piccini), della scenografia (vogliamo omaggiare il primo cittadino maceratese nel mondo mediante la creazione del museo Dante Ferretti), dell’arte (scommettiamo sulla BAM! La Biennale d’Arte di Macerata. La prima biennale d’arte del centro Italia: siamo l’unico capoluogo di provincia della nostra Regione insieme ad Urbino in cui c’è sia l’Università che l’Accademia di Belle Arti). Abbiamo una quantità di risorse da sfruttare, e dobbiamo sederci a tavolino con tutte le entità cittadine, associazioni, istituzioni e Università per calendarizzare le attività in programma in modo coerente e ragionato. Basta piazze vuote, basta finesettimana senza cose da fare, e altri con sovrapposizione di eventi.

Turismo

Macerata si muove bene in questo settore, con una discreta offerta museale e affluenza turistica in crescita (ma non bisogna aspettare le giornate del FAI, per vedere le perle della nostra città). Ciononostante, l’offerta turistica deve essere corale e coinvolgere gli altri comuni della provincia nella creazione di percorsi turistici. Il turista deve poter spendere vari giorni in città, punto di partenza per conoscere, ammirare e innamorarsi della nostra strabiliante provincia e del suo Capoluogo. Concludo lanciando un messaggio a chi crede che si possa semplificare la costruzione della città del futuro con una manciata di ingredienti: la realtà è molto più complessa e non si può ragionare a suon si slogan, il lavoro da fare è molto. Ma siamo ottimisti, perché vediamo molto amore e voglia di rimettersi in gioco.

Viva Macerata!

E buon voto a tutti! La partecipazione è il primo passo per essere protagonisti nella nostra città!

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