«I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli».
Il più celebre attacco frontale all’imbarbarimento del web è stato sferrato in tempi non sospetti (correva l’anno 2015) nientepopodimeno da Umberto Eco, dopo aver ricevuto la laurea honoris causa in “Comunicazione e Cultura dei media” all’università di Torino. A tirare le fila di quello che tempo fa sembrò ad alcuni essere stata soltanto una boutade iperbolica d’autore è l’Osservatorio scientifico no profit “Social Warning – Movimento Etico Digitale”.
La seconda edizione della ricerca dell’organizzazione, che si occupa di educazione civica digitale, restituisce numeri drammatici. Sembra, di fatto, che i primi a non esserne pienamente consapevoli siano i genitori di bambini e ragazzi, le vere vittime di questo triste scenario. Da quanto emerge dalla ricerca “quattro ragazzi su dieci tra i 12 e i 16 anni stanno su internet dalle 2 alle 4 ore e sono vittime di cyberbullismo. Uno su tre cita la pornografia tra gli episodi spiacevoli capitati online e quasi uno su dieci è stato vittima di adescamento…
Sembra sempre più necessario costruire un ponte tra genitori e figli per arrivare ad un sano equilibrio tra vita online e offline”. Continua lo studio: “Solo in una famiglia su due o poco più vengono date limitazioni rispetto all’uso della rete. L’80% dei ragazzi riferisce che l’unica regola data è legata al tempo di utilizzo, o, al massimo, di non visitare siti porno e di mantenere chiuso – ovvero invisibile agli estranei – il proprio profilo social.
Si parla poco invece di come stare sulla rete, mancano regole di comportamento a cui attenersi”. In un mondo in cui la barriera tra virtuale e reale diventa sempre più labile è la città di residenza a dover garantire una cornice sociale solida e dotata di riferimenti etici chiari. Per questo crediamo fermamente che in tema di cyberbullismo e dipendenze da internet la nostra amministrazione debba promuovere collaborazioni ed incontri tra associazioni, cittadini, studenti, insegnanti e formatori digitali al fine di educare genitori e figli all’utilizzo responsabile e consapevole delle risorse Web.